Storia delle relazioni internazionali. II. Gli anni della guerra fredda 1946-1990 by Ennio Di Nolfo;

Storia delle relazioni internazionali. II. Gli anni della guerra fredda 1946-1990 by Ennio Di Nolfo;

autore:Ennio Di Nolfo; [Di Nolfo, E.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Manuali Laterza
ISBN: 9788858120408
editore: edigita
pubblicato: 2015-01-15T00:00:00+00:00


Capitolo quarto.

Il sistema internazionale dopo il 1956

1. La definizione delle regole della coesistenza competitiva

1.1. Considerazioni introduttive. È opinione dell’autore di queste pagine che compito dello storico sia di ricostruire, secondo un percorso logicamente compatibile con quanto le fonti suggeriscono, la trama del passato, indicando i momenti in cui il susseguirsi degli eventi acquista un ritmo più o meno celere e individuando le fasi nelle quali i diversi percorsi della storia si intrecciano in nodi problematici, rispetto ai quali è necessario elaborare un’esposizione che consenta di percepire ordinatamente il sovrapporsi delle linee di tendenza, la diversa importanza delle forze in gioco, le soluzioni progettate rispetto ai problemi esistenti, i risultati conseguiti dagli attori del processo politico. Così come gli anni fra il 1946 e il 1949 segnarono la nascita dei due blocchi che, imperniati sugli Stati Uniti e sull’Unione Sovietica, avrebbero vissuto i momenti più aspri della guerra fredda, gli anni fra il 1957 e il 1963 (intesi con una certa elasticità di confini cronologici) segnarono il passaggio dalla fase di conflitto acuto alla fase di mutuo riconoscimento delle posizioni acquisite e al tentativo di definire regole che rendessero possibile non già azioni convergenti ma almeno la percezione dei limiti entro i quali ciascuna delle superpotenze riconosceva all’altra una sorta di potestà ordinativa dominante rispetto alle diversità o ai conflitti interni ai blocchi rispettivi. Non si poteva certo parlare ancora di «distensione» nel senso che il termine acquistò qualche tempo dopo ma si può ora capire che proprio in quegli anni, che qualcuno definì dell’equilibrio del terrore, i capi delle superpotenze percepirono a fondo l’opportunità di definire in modo parallelo i confini dei propri interessi, le aspettative riguardo all’antagonista, l’attesa di comportamenti coerenti con il rispetto dei valori critici dell’avversario: in altri termini, gli elementi di un avvicinamento parallelo alla definizione delle regole di coesistenza di un sistema bipolare competitivo. L’apparente semplicità della dissezione bipolare consente un’organizzazione e un’analisi semplificata delle situazioni complesse. Non sempre la semplificazione raccoglie la varietà degli elementi che confluiscono in una transizione. Questa infatti riguarda sia i temi delle relazioni dirette fra le superpotenze sia i temi correlati ai rapporti fra ciascuna di esse e i rispettivi satelliti, sino a indicare i limiti entro i quali le potenze minori potevano disporre di «influenza» all’interno del proprio blocco o, addirittura, condizionare i comportamenti della potenza guida; e sino a indicare le esigenze supreme rispetto alle quali le motivazioni nazionali minori dovevano accettare di subordinarsi. Le superpotenze vivevano un conflitto che non aveva più come posta in gioco la divisione dell’Europa o di parti dell’Asia in zone d’influenza. Questo processo era terminato nel 1956 e l’immobilità occidentale rispetto alla crisi ungherese del 1956 così come quella sovietica rispetto alla crisi di Suez dello stesso anno avevano mostrato la coerenza con la quale gli antagonisti seguivano regole non scritte. Dopo il 1956 il conflitto o, meglio, la competizione, aveva mutato natura: riguardava i paesi di recente indipendenza e la globalizzazione del bipolarismo; riguardava la contesa missilistica e spaziale, cioè



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